lunedì 11 maggio 2020

Storia di un femminicidio. Alessandra ... no end ... di Francesca Spadaro (Armando Siciliano Editore)





















«Una società strana quella in cui viviamo, strana da tanti anni, strana perché ignora il proprio passato e uccide i giovani, cioè il proprio futuro ...». E son tante le giovani che perdono la vita per violenze che nessuno ha mai saputo e/o voluto fermare. «Alessandra, innumerevoli foto ce lo dimostrano, si concedeva un solo lusso: la mezza con panna e brioche ... I suoi compleanni scorrono e lei non riesce ancora a trovar quell’equilibrio necessario per maturare la propria collocazione in questa società ... E continua a perder pezzi. Domenico non la vuole più, Cristian non la molla un attimo, ma a lei Cristian non piace ... Perde la disponibilità dell’auto, che qualcuno le ha seriamente rovinato e lei non ha i soldi per po­terla aggiustare. L’auto era l’unica possibilità di svagarsi fuori dal suo quartiere, dal mo­mento che Car­men è andata via ... Perde pure gli occhiali ... si rompono e desidera ardentemente tornare a vedere ... il 7 marzo 2019 Alessandra, a soli 29 anni, perderà pure la vita ...». Il libro Alessandra ... no end ... deve il suo titolo a una poco conosciuta canzone della cantante folk britannica Alexandra Elene McLean Denny (Merton, 6 gennaio 1947 - Wimbledon, 21 aprile 1978), in arte Sandy Denny, dalla voce fortemente suggestiva e dolce­mente malinconica e dagli incredibili toni che hanno reso impossibili cover serie delle sue interpretazioni. Un testo umbratile, quello di No End, che parla di sogni come foglie di autunno, sbiaditi e caduti così in fretta, «My dreams were like the autumn leaves, they faded and they fell so fast», come la vita delle due povere Alessandre. Sì, perché Alexandra Elene è morta a 31 anni, reduce dai successi con le sue band (Strawbs, Fairport Convention, Fotheringay) di cui era sicuramente leader indiscussa. Sono queste note e la voce quasi spettrale di Sandy Denny, accompagnata da scene quasi statuarie tratte da Solaris, film di Andrej Tarkovskij, che hanno fatto da colonna sonora all’attività editoriale di impagina­zione e di grafica. Leggendo la vita di Alessandra la mente andava ad Alexandra, considerata dai maggio­ri esperti musicali la più bella voce del folk britannico, per l’Editore la più bella di sempre. Anche Alexandra è morta da sola.

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