«Una società strana quella in cui viviamo,
strana da tanti anni, strana perché ignora il proprio passato e uccide i
giovani, cioè il proprio futuro ...». E son tante le giovani che
perdono la vita per violenze che nessuno ha mai saputo e/o voluto
fermare.
«Alessandra, innumerevoli foto ce lo dimostrano, si concedeva un solo
lusso: la mezza con panna e brioche ... I suoi compleanni scorrono e lei
non riesce ancora a trovar quell’equilibrio necessario per maturare la
propria collocazione in questa società ... E continua a perder pezzi.
Domenico non la vuole più, Cristian non la molla un attimo, ma a lei
Cristian non piace ... Perde la disponibilità dell’auto, che qualcuno le
ha seriamente rovinato e lei non ha i soldi per poterla aggiustare.
L’auto era l’unica possibilità di svagarsi fuori dal suo quartiere, dal
momento che Carmen è andata via ... Perde pure gli occhiali ... si
rompono e desidera ardentemente tornare a vedere ... il 7 marzo 2019
Alessandra, a soli 29 anni, perderà pure la vita ...».
Il libro Alessandra ... no end ... deve il suo titolo a una poco
conosciuta canzone della cantante folk britannica Alexandra Elene McLean
Denny (Merton, 6 gennaio 1947 - Wimbledon, 21 aprile 1978), in arte
Sandy Denny, dalla voce fortemente suggestiva e dolcemente malinconica e
dagli incredibili toni che hanno reso impossibili cover serie delle sue
interpretazioni.
Un testo umbratile, quello di No End, che parla di sogni come foglie di
autunno, sbiaditi e caduti così in fretta, «My dreams were like the
autumn leaves, they faded and they fell so fast», come la vita delle due
povere Alessandre. Sì, perché Alexandra Elene è morta a 31 anni, reduce
dai successi con le sue band (Strawbs, Fairport Convention,
Fotheringay) di cui era sicuramente leader indiscussa.
Sono queste note e la voce quasi spettrale di Sandy Denny, accompagnata
da scene quasi statuarie tratte da Solaris, film di Andrej Tarkovskij,
che hanno fatto da colonna sonora all’attività editoriale di
impaginazione e di grafica. Leggendo la vita di Alessandra la mente
andava ad Alexandra, considerata dai maggiori esperti musicali la più
bella voce del folk britannico, per l’Editore la più bella di sempre.
Anche Alexandra è morta da sola.
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